Hair Love: la recensione


Hair Love è il cortometraggio che vinto l'Oscar 2020.

Scritto da  Matthew A. Cherry e diretto dallo sceneggiatore insieme a Bruce W. Smith, racconta la storia di un papà alle prese con i capelli della propria figlia.




La piccola Zuri, cerca di seguire il tutorial fatto dalla mamma ma i suoi capelli proprio non vogliono saperne.

Il papà prova ad intervenire e cerca di sistemare i capelli della figlia ma, per lui, sembra una battaglia persa.

La bambina si sta preparando per qualcosa, ha indossato un vestitino rosa scelto con cura, il papà, dapprima attento alle mosse della bambina, cerca di dare come può una mano. Il risultato però non è quello sperato. i capelli non solo si ribellano ma spaventano il papà che, senza speranza, fugge dalla cameretta della figlia.

Quando ormai sembra non poter più far nulla, la bambina torna dal padre e gli mostra il video tutorial girato dalla mamma. La donna gli dice che servono tecnica e tanto amore. Incoraggiato, il papà si rimette a 'lavoro' e seguite le indicazioni riesce finalmente a pettinare sua figlia.

Questo piccolo, tenero, film, è realizzato con dei colori pastello che accrescono la dolcezza del racconto e scandito dalla voce dei video fatti dalla mamma. Non servono molte parole però a descrivere l'amore. Ci sono questa famiglia, il papà e la bambina che si affrettano a prepararsi con cura per un evento speciale.
Quando sono pronti, l'immagine ha un piccolo stacco su un ospedale.
Dentro una stanza, seduta su una sedia a rotelle c'è una donna con un turbante in testa. Dopo aver visto il viso riconosciamo la mamma del video.
La donna, preoccupata, sta aspettando qualcuno che la vada a prendere.

E così, la piccola Zuri, felice entra nella stanza ed abbraccia la mamma! Anche il papà, con un mazzo di girasoli, va felice verso la moglie.

All'arrivo della figlia, vedendosi disegnata come una regina, senza capelli ma bellissima, la donna decide di levare il turbante e tornare finalmente a casa.

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