Elizabeth The Golden Age - la recensione




Elizabeth The Golden Age è il seguito del film Elizabeth.

In seguito alla sua salita sul trono, Elisabetta deve continuare ad affrontare i problemi del suo popolo, diviso tra protestanti e cattolici, i pregiudizi di chi non concepisce il motivo della sua verginità ed i suoi tormenti interiori.

nel frattempo, la Spagna di Filippo II prepara un attacco all'Inghilterra cercando di mantenere viva la minaccia del ritorno di Maria Stuarda, considerata la leggittima erede al trono cristiano.

Elizabeth The Golden Age, rivede gli stessi attori -per fortuna- riprendere il ruolo avuto nella prima parte. Al centro di tutto vi è ovviamente sua Maestà, Elizabeth, una giovanissima Cate Blanchett, alle prese con dei costanti tormenti. 
se inizialmente la Regina affronta con ironia la sua sorte di vergine, man mano che la pellicola avanza comincia ad intercedere ed avere ripensamenti specialmente dopo l'incontro con Walter Raleigh (Cliwe Owen) . Raleigh, un conquistatore appena arrivato dal nuovo mondo, rappresenta per la Regina tutto quello che non può avere: la libertà, la passione, l'avventura. Stretta nel suo ruolo, Elizabeth inizia a conoscere l'uomo, affascinata dalla mente brillante che riesce a venire incontro alla sua.
circondata dagli occhi di tutti però, la Regina non può lasciarsi andare nè ai sentimenti nè alla passione, iniziando così a subire la solitudine interiore e vivendo in conflitto.
mentre avanza la minaccia Inglese di un tentativo di ribellione da parte dei cattolici e nel ritorno della cugina Maria Stuarda, Elizabeth inizia a cacciare da corte chi le è nemico, vivendo delosata nella solitudine.
Appreso che non può accettare da Raleigh più che un'affinità mentale, la donna diviene scontrosa anche con l'uomo e con l'adorata damigella Bes che invece si stringe a Raleigh in una passione carnale da cui nascerà un figlio.

recitato magistralmente da Cate Blanchett e da tutto il cast al completo, la seconda parte della vita di Elisabbetta I, diretta da Shekhar Kapur, è una pellicola che rimane impressa più della precedente. La Blanchett, ormai a suo agio nel ruolo, cattura come sempre l'attenzione, impegnandosi ad apparire oltre lo strato di trucco che il personaggio era solito indossare. Non c'è una sequenza in cui non sia perfetta, il dolore, gli affanni, la felicità, le incertezze, tutte le emozioni vissute dalla regina sono sul volto dell'attrice che, complice una profonda esperienza teatrale, si muove a suo agio nei costumi di scena e negli spazi interni della Corte dove appare come deve essere: Elisabetta.
Supportato da un'interessante fotografia che riesce ad esaltare costumi e luci in quella che dovrebbe essere la piovosa Inghilterra ma appare una solare isola, il film è caricato da una tonalità simile quasi al pastello, come se la Fotografia volesse ricordarci che si tratta di una ricostruzione storica.

descrivendo in parallelo le provocazioni Spagnole e le risposte Inglesi, il film mostra anche quanto a quei tempi significasse una corona protestante, quindi un forte cambiamento, in un mondo in cui la Religione ed il Cattolicesimo in questo caso, erano al primo posto di qualsiasi cosa, del Re e della Regina stessi. Costretta ad accettare l'arrivo della flotta spagnola, Elisabetta, dopo ore rinchiuse nella sua stanza, sceglie di scendere in battaglia assieme a tutto il suo popolo, a scanzo delle regole e delle etichette. 

Forte della sua tempra morale, la Regina, decide di tornare  sul suo trono e di affrontare l'inquisizione, mettendosi allo stesso livello dell'esercito, composto da tutti i suoi figli.

Il risultato è dato dalla storia, ma l'immagine che ne rimane è quella di una donna a tutto tondo ed in tutte le sue sfaccettature. Forte, complicata, saggia, fragile. 




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