ANALISI DEL FILM




Roma città aperta



La sequenza della morte di Pina (Anna Magnani) in Roma città aperta è stata girata con dei raccordi in continuità sulla figura di Pina e, nel particolare, tutte le scene vengono "tenute" dalle urla del personaggio. Pina infatti è prima ripresa, poi seguita, persa, inseguita. Alla fine, quando corre in strada, tutta la scena viene girata da Rossellini con un raccordo sull'asse sbagliato.
Pina insegue il camion dove è stato caricato Francesco, viene fucilata e muore tragicamente.
Con profonda commozione viene raccolta da Don Pietro, tra le sue braccia, come quella meravigliosa Pietà.
Quasi come, o forse proprio come, se Rossellini volesse farLe un ultimo tributo.






Pane amore e fantasia 




in una giornata afosa il Maresciallo, perdutamente innamorato di Marisa, si offre volontario per accompagnarla ad un parto urgente.
come se non bastasse, il Maresciallo è costretto ad indossare l'uniforme invernale e la casa del nascituro è nella parte alta del paese.
Deciso a non farsi indietro fa salire la donna sulla bici e la corteggia con parole dolci interessandosi al suo lavoro.
Giunti alla casa mentre Marisa si reca dalla partoriente, il Maresciallo viene 'ospitato' dalla famiglia che ha organizzato un pranzo all'aperto. 
Il caos più totale è ospitato nel cortile della casa, un vecchio cortile proprio degli edifici di campagna degli anni cinquanta in cui su una lunga tavolata è seduta la classica famiglia italiana con nonni,zii,sorelle e nipoti. La tavola è bandita con ogni tipo di piatto del luogo e con bevande. La regia inquadra dall'alto ma con la macchina inclinata verso il basso la scena, lo spettatore si trova come affacciato alla finestra ad osservare uno squarcio di vita quotidiana. Un vero e proprio documento della realtà reso finzione tramite l'espediente della figura Maresciallo/De Sica, costretto a sedersi a tavola ed a sventolarsi per il troppo caldo.


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